La coltura del pistacchio è antichissima infatti se ne fa
riferimento nella Bibbia quando si narra che Giacobbe inviò diversi frutti in
omaggio al Faraone, tra i quali anche i pistacchi (Genesi 43:11).
Successivamente abbiamo tracce della sua esistenza nelle opere di alcuni autori
greci ed ellenistici tra i quali nel trattato del sofista greco Ateneo di
Naucrati che ne collocava la sua coltivazione in Siria ,Persia ed India. Narra
inoltre una leggenda che il pistacchio fosse coltivato da Re Nabocodonosor nei
giardini pensili di Babilonia per sua moglie Amytis, mentre la regina di Saba
ne aveva una piantagione riservata solo a lei e ai suoi cortigiani.
Da sempre e’ infatti considerato un frutto simbolo di ricchezza tanto da
essere apostrofato come “l’oro verde”.
Gli alberi di pistacchio hanno radici profonde, nobili e millenarie nella storia delle antiche civiltà. Questa pianta cresce in zone collinari esposte a sud e sopporta quasi tutto, dalla siccità estiva al gelo invernale diventando così simbolo di resistenza alle condizioni avverse e di tenacia.
Se mettiamo in ordine i colori secondo la creazione cosmologica, ovvero a livello simbolico della genesi, il verde risulta essere l’ultimo, colore del mare, liquido creatore, attraverso la luce, di tutte le forme di vita vegetale. E’ simbolo di punto d’incontro, di equilibrio tra la luce (giallo) e l’oscurità (blu).
E’ tenuto in massima considerazione dagli egizi che lo utilizzava già 4000 anni fa con significati positivi; colore della vegetazione e soprattutto del papiro, era simbolo di rigenerazione e associato al Dio Ptah, il grande creatore, colui che aveva portato l’ordine nel caos primordiale di un mondo aquatico e anche il Dio Osiride era chiamato “Il Grande Verde”, il Dio che rinasce dopo la morte e di buon auspicio erano gli oggetti e le pietre di verde tinte.
Di verde era rappresentato anche il Dio pagano Tammuz, che trascorsi agli inferi i mesi oscuri, risaliva a primavera per ricongiungersi alla Dea Ishtar.
Nel nord Europa c’erano invece i verdi barbarici, poi le tuniche dei pirati che assalivano chiese e monasteri.
I Vichinghi preferivano il verde, forse in contrasto con il blu delle distese marine e il bianco della neve che copriva quelle terre.
Il colore degli ecologisti, Grünen , proviene proprio dal mondo nordico e pagano.
Poi c’è il verde dell’Islam, che oggi garrisce al vento nelle bandiere di vari stati Arabi
Verde è il turbante del profeta Maometto anche se le testimonianze dirette sono incerte visto che vestiva di bianco e amava il nero.
Verde è il Paradiso terreste dell’Islam, mentre quello cristiano è di color celeste.
Verde era la stuoia con i quali si avvolgevano i neonati nella Roma del Basso Impero per augurare buona sorte; veniva scelto anche dalle giovani donne in cerca di marito e poi una volta accasate lo indossavano nell’attesa del lieto evento.
La percezione negativa
Da un certo punto in poi è stato definito persino pericoloso. Nel momento in cui i colori sono diventati tinture ( la tintura era attività lucrosa nell’età medievale e all’inizio della modernità determinava il costituirsi di ingenti ricchezze) il verde appare chimicamente instabile, abbinato a tutto ciò che è mutevole, capriccioso, come la giovinezza, la fortuna e il destino.
Da questo periodo viene l’espressione “essere al verde” che non riguarda il verde dei dollari, bensì il tronchetto dei ceri nelle celebrazioni liturgiche.
Colore delle streghe, del veleno, del male, del diavolo, cade in disgrazia per diversi secoli.
Il Drago Verde
Anche nel mondo Orientale il verde ha i suoi significati, in particolare vediamo il significato legato alla creatura mitico-leggendaria del drago molto diffusa nella cultura cinese. E' uno dei simbolo più difficili da interpretare, poiché si colloca tra l'infernale e il divino , l'unità e la moltitudine, la possibilità ed il pericolo. In numerose rappresentazione appare accanto a Cibele la grande madre che tutela la fertilità della Terra, la vita.
IL Drago Verde , era associato al punto cardinale dell'Est, dove nasce il sole. Emblema dell'equinozio di primavera e dei nuovi inizi, rappresenta il potere dell'acqua di penetrare le terre aride, facendole rinascere e prosperare.
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